PERLE DI SAGGEZZA SAI

21 settembre 2002

Swami ha chiesto a qualcuno: "Sai il segreto per vivere a lungo?
Conosci il segreto di una lunga vita?".
Chi può rispondere ad una simile domanda? Chi può dirlo? Nessuno.
"Non lo so, Swami".
"E' molto semplice. Sono necessarie soltanto due cose: la prima è il sacrificio; la seconda è l'amore. Il sacrificio è la medicina, mentre l'amore è la dieta. Se
prendete la medicina senza seguire una dieta appropriata, la malattia non verrà mai curata. E lo stesso vale se seguite una giusta alimentazione, senza però prendere la medicina. Per vivere a lungo, il farmaco del sacrificio e la dieta dell'amore sono entrambi necessari".

A questo riguardo, Swami ha fatto l'esempio dell'americano Rockefeller.
Egli era miliardario, l'uomo più ricco del mondo, avendo ammassato un'indescrivibile fortuna.
Improvvisamente si ammalò ed il medico diagnosticò: "Avete da vivere un anno e mezzo, due al massimo. Non di più poiché avete contratto un male incurabile. Dovete senz'altro morire".
Da quel momento Rockefeller iniziò a distribuire tutte le sue proprietà ed i suoi soldi a tutti.
Negli Stati Uniti c'è la Fondazione Rockefeller che si prende cura delle associazioni e degli istituti di carità, degli emarginati e degli handicappati. Si prende cura anche degli studenti, offrendo loro un'alta preparazione nel campo della ricerca e dell'indagine. La Fondazione Rockefeller è ai giorni nostri il più grande ente filantropico al mondo.
Dopo aver fatto tutta questa carità, ammalato da quando aveva 48 anni,
alla fine Rockefeller visse più di 80 anni! Anche se secondo la diagnosi del medico avrebbe dovuto morire dopo due anni, egli visse ben oltre gli ottant'anni.

Per vivere a lungo, dunque, bisognerebbe possedere l'Amore come cibo e il Sacrificio come medicina.
Questi due aspetti - dieta e medicina - sono necessari. Il nostro cuore di pietra si dovrebbe sciogliere di fronte alla sofferenza del prossimo. Questo è ciò che ha detto Swami durante la Sua conversazione.

La compassione di Bhagavan è così immensa che qualche volta, pur di elargire benedizioni, esce dai soliti standard. Egli dimentica la Sua posizione per scendere e benedire i devoti a qualunque costo. Ecco un fatto narrato da uno
studente il 18 settembre 2002, alla Presenza divina. Questa è la continuazione di ciò che ho già detto ieri.
Bhagavan, durante un Suo viaggio a Bombay, andò a visitare una signora
anziana gravemente ammalata.
La signora era a letto, perciò Bhagavan fece tutta quella strada per andare a benedirla. A questo punto, poiché la signora non poteva muoversi, non crederete mai cosa fece Bhagavan: prese una sedia dalla sala da pranzo e ci salì sopra, portando così i suoi Piedi all'altezza del letto: "Fai padanamaskar". Swami è salito su un rialzo affinché la Sua devota potesse fare padanamaskar
(adorazione dei Piedi del Signore - N.d.T.) mentre era immobile a letto. Questa è la compassione di Bhagavan.
Dopo quel fatto, la donna cominciò a stare sempre meglio fino a guarire
completamente.

Dopo un po' di tempo, arrivò a Prasanthi Nilayam con il suo nipotino di tre anni. Bhagavan benedisse entrambi. Lo studente che quel pomeriggio stava raccontando questo episodio, ha detto: "il nipotino di tre anni, sono io", per poi
raccontare un altro miracolo vissuto da sua nonna.
Anni dopo la donna si ammalò nuovamente. A quel tempo era a Bangalore.
Il dottore disse. "Dovete essere operata d'urgenza", ma la signora rifiutò.
"Perché no? - si stupì il medico - Dovete essere operata d'urgenza!"
"Finché Bhagavan non mi dà il permesso, non mi sottopongo a nessun intervento".
Ma come contattare Swami? La signora era a letto, per di più a Bangalore. E così il nipote telefonò a Baba, il quale rispose: "Non vi preoccupate. Perché avere paura quando Io sono qui? Dì a tua nonna di operarsi. Mi prenderò Io cura di tutto. Ma adesso passamela:
voglio parlare con lei".
Non appena la donna prese in mano il ricevitore, da esso cominciarono ad uscire fiotti vibhuti!
Questo è un tipo di miracolo del quale non avevo mai sentito parlare prima d'ora. Vibhuti che esce dal telefono?! Questo è Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.

Ma prima di passare ad altro, vorrei mettervi al corrente del fatto che
Bhagavan non parla mai al telefono con nessuno. Come aveva potuto, allora, essere udita la Sua voce? Come aveva potuto il nipote della signora parlare con Lui? Egli è Divino! Senza dover andare da nessuna parte, senza doversi spostare da una stanza all'altra per parlare al telefono, la Sua volontà, la Sua grazia avevano preso la forma sia del suono che della vibhuti.
Questo miracolo è stato dunque raccontato dal nipote della donna, ora nostro studente in Economia e Commercio.
Amici miei, i miracoli di Bhagavan Baba e le esperienze con Lui, non sono un divertimento o un passatempo, ma mezzi d'illuminazione. I miracoli di Sai servono ad illuminare.

Un giovanotto aveva programmato di venire a Prasanthi Nilayam con l'Ala
Giovani di Bombay, per recitare di fronte a Swami. All'ultimo momento però, poiché lavorava in una ditta privata, non gli vennero dati i giorni di permesso. Egli aveva inoltre esaurito i giorni di ferie, in quanto aveva appena assistito un parente ricoverato all'ospedale di Puna. Questa situazione gli fece rinunciare
al viaggio a Prashanti Nilayam.
Nel momento di disperazione un suo collega, anche lui devoto di Sai, gli disse: "Vai pure. Farò io il tuo lavoro. Farò le mie 6 ore di lavoro e poi svolgerò le tue 6.
Andiamo dal direttore e cerchiamo di convincerlo".
Il direttore rimase estremamente sorpreso nel vedere una persona disposta a lavorare 6 ore in più oltre alle sue ore regolari lavoro. Questo fatto è stato citato di fronte a Swami stesso. Questo è vero spirito di sacrificio, una vera trasformazione del cuore attuata dalle Mani divine. E ciò avviene quando ci abbandoniamo a Lui incondizionatamente.

Il ragazzo ha infine concluso il suo discorso menzionando un altro miracolo.
Bhagavan era andato a Bombay. Non so quanti di voi hanno visitato il
Dharmakshetra (l'ashram di Swami a Bombay). Tutti voi dovreste conoscere il luogo.
Sapete bene che quando Bhagavan arriva nelle grandi città, si raduna una folla vastissima, indescrivibile, per avere il Suo Darshan ed ascoltare i Suoi discorsi.
Quel pomeriggio il Dharmakshetra era stracarico di devoti; non c'era il minimo spazio da nessuna parte, nemmeno un centimetro per muoversi. Una marea umana.
Improvvisamente il cielo si fece scuro, minaccioso. Swami avrebbe dovuto tenere il Suo discorso alle ore 17,00 e gli organizzatori cominciarono a tremare: "Che ne sarà dei devoti se inizia a diluviare? Che ne sarà delle donne e dei loro bambini?".
Un responsabile si avvicinò a Swami e Gli disse. "Baba, possiamo anticipare il programma ed iniziare subito? Invece che alle 17,00 perché non iniziamo alle
16,00?".

Swami rispose: "Quando l'annuncio è stato fatto, non si deve cambiare niente. Sta tranquillo".
L'uomo non ebbe dunque scelta.
Ma in quel momento Swami aprì la Sua finestra, guardò il cielo tempestoso pieno di lampi pronto per l'acquazzone ed ondeggiò la mano. Ecco tutto. Che mi crediate o no, dieci minuti dopo il cielo tornò limpido, senza l'ombra di una nuvola. In questo modo Bhagavan fece il Suo discorso come da programma, senza nessuna interruzione.
Questo miracolo dimostra che Bhagavan è il Padrone dell'universo, è il Padrone dei 5 elementi e che può controllare qualsiasi cosa, qualunque situazione.


17 settembre 2002

Swami era in qualche modo arrabbiato con qualcuno. Credo, forse, un
amministratore, o uno studente, o un professore.... In questa grande Organizzazione, una volta Lo delude una cosa, una volta l'altra, perché falliamo nel soddisfare le Sue aspettative.
Guardando quell'uomo, gli disse seriamente: "Quando la moglie sbaglia, è per colpa del marito;
quando i figli sbagliano, è a causa degli errori della madre; quando gli studenti sbagliano, è colpa dei professori; se il direttore sbaglia, il vice rettore è
responsabile. Andranno tutti a cercare lui".
- [Nota di traduzione: Sai Baba è il Magnifico Rettore degli Istituti Sathya "Sai"] -

Immediatamente un pensiero mi attraversò la mente: "E se è il vice rettore a sbagliare .....? -
risate - E' colpa del Rettore! Chi è il Magnifico Rettore? Baba!".
"No, no, no! - ha subito tagliato corto Swami - Se il vice rettore sbaglia, non è certo colpa del Rettore! (scoppio di risate)
Perché? Perché in questo caso il Rettore è solo un testimone e non il responsabile degli errori degli altri".

Poi chiese ad un contabile: "Vai nel tal posto, finisci il tuo lavoro e torna qui entro un'ora".
L'uomo obbedì.
Io stavo osservando la situazione: "Swami? Vuoi che quell'uomo vada più
veloce del vento?"
"Certamente"
"Ma allora può andare anche più veloce della luce! - ho ironizzato - Credi sia possibile?"
"Si, perché no?" ha risposto Swami.

A questo punto ho pensato di stare attento. Perciò ho cercato di salvare la situazione:
"Swami? Esiste qualcosa al mondo che sia più veloce del vento e della luce?".
Swami rispose: "Si, ne esiste una: la mente".
"La mente?! Come?"
"Vuoi andare a New York? Ecco, ci sei, immediatamente. Persino alla luce ci vuole del tempo per viaggiare da qui a New York, ma non per la mente. Nel momento in cui pensa di essere a New York, è là".

Allora domandai: "Swami, vegamu (in telugu) significa "velocità". E' mano vegamu (la velocità della mente) una cosa naturale?"
"No, no, no - ha risposto Baba - E' rogamu, un difetto. Avere una mente che corre di qua e di là, non è una qualità naturale: è una malattia".
"Come controllarne, allora, la velocità? Posso farlo attraverso lo yoga?".
"No, no, no. Se seguite lo yoga, soffrirete di un'ulteriore malattia.
Tutte le discipline che tutti voi seguite per rallentare la velocità della mente, come lo yoga e tutte le altre pratiche spirituali, vi danno solamente dei risultati artificiali e non risultati veri e permanenti. E' come un millepiedi che fa due passi in avanti, poi due indietro, due in avanti e due indietro ritrovandosi, alla fine, sempre nello stesso punto. Tutte le sadhana, dunque, non vi aiutano in alcun modo".

"Swami, è bene che Tu dica che per controllare la mente le discipline spirituali non servono. Ma, innanzitutto, perché mai dovrei controllare la mente? Perché? Se controllo la mente, come posso poi svolgere il mio lavoro? In classe devo tenere lezione, ma com'è possibile senza la mente? Devo anche andare a fare delle spese: com'è possibile senza mente? Come si fanno affari senza mente?".
Swami rispose: "No, no. Sei in errore" e spiegò il perché molto chiaramente:
"Eccoti un esempio: l'automobile viaggia e si lancia a forte velocità.
Ora fermala. Le quattro ruote non si muovono, tuttavia puoi accendere i fanali, puoi accendere l'aria condizionata all'interno, puoi anche fare merenda, svolgere il tuo lavoro e anche parlare nella macchina. Tutto questo nonostante l'automobile non stia viaggiando. Allo stesso modo, se la mente è messa sotto totale controllo, se la sua velocità è rallentata, puoi ancora eseguire i tuoi
compiti, puoi ancora svolgere le tue attività". Questa è stata la spiegazione di Bhagavan.

Proprio mentre stavo pensando di volere un altro esempio a riguardo,
Bhagavan, il Padrone delle menti, aggiunse: "Stai indossando un abito pulito e stirato. Ma per questo pensare: "uscendo di casa l'abito potrebbe sporcarsi, perciò non lo indosserò", non è la cosa giusta. Dovete indossare l'abito, ma nello stesso tempo stare attenti che non si sporchi, che non si rovini. Dovete stare attenti, tuttavia non indossarlo non è l'atteggiamento giusto. Allo stesso modo, utilizzate la mente, usatela, poiché essa è un vostro strumento. La mente è infatti un dono di Dio, è la causa sia della schiavitù che della liberazione.
Bisogna quindi controllarla, tuttavia utilizzarla".

Baba poi continuò: "In che condizioni è la mente, ai giorni nostri?
Corre come se fosse trainata da mille cavalli! Che velocità raggiunge? Ecco perché siamo mentalmente disturbati; ecco perché siamo mentalmente agitati. Siccome abbiamo scordato che essa è solo uno strumento, non la controlliamo.
Anzi: ci identifichiamo con essa, quindi soffriamo". Così ci ha detto Bhagavan.

Io capii che Baba era disponibile, perciò Gli rivolsi un'altra domanda.
"Swami, Tu dici che è necessario controllare la mente. Ma a chi spetta questo compito? Chi deve controllare la mia mente?".
"Innanzitutto devi prendere coscienza che ci vuole un controllo. Una volta che realizzi che la mente va controllata, ciò avverrà. Prima di tutto sappi che deve essere controllata. Questo ti porterà alla comprensione di chi è il controllore. Lo capirai da solo".
"Sono IO a doverlo fare? - ho chiesto - Sono IO a doverla controllare?".
"Tu affermi: 'sono IO a controllarla' mentre l'IO è esclusivamente relazionato al nome e alla forma. Con l'IO, dunque, non puoi controllare proprio niente, perché esso è legato, limitato, incatenato. L'IO di cui tu stai parlando, è l'ego. Elimina: 'IO controllo', dunque".

"Oh Swami. Lo devo eliminare? Che cosa rimane allora in me? Dove sono, cosa sono, chi sono poi?
Quando l'IO è sparito, dove sono? C'è solo il vuoto?".
"Quando l'IO è sparito, tu non sei più la mente, non sei più l'ego, ma il Sé".
"Che cos'è il Sé, Swami?".
"L'Atma, lo Spirito, la Consapevolezza, la Divinità, Parameshti - ne abbiamo parlato durante l'incontro di ieri -. E' solamente in quel 'vuoto', in quel silenzio,
in quel 'nulla'" che sperimentate il Sé, la Consapevolezza. Ed è proprio tutto questo che controlla la mente."

"Come, Swami, come?".
"Una volta che vi trovate in quello stato, tutto questo sparisce;
quando arriva la guardia, i ladri scappano. Allo stesso modo, quando lo Spirito si manifesta, la mente, o l'IO, si zittisce".
"Qual è il ruolo dell'intelletto in questo processo?", ho chiesto.
Bhagavan rispose: "L'intelletto vi porta verso lo Spirito; vi condurrà dal reame della mente a quello dell'Atma".

E così l'intelletto è qualcosa di simile alle Nord-West Airlines, alle Transworld Airlines che vi porta da Chicago a Los Angeles. Esso vi porta da un luogo all'altro; dall'uscita 1 di Hong Kong, all'aeroporto Kennedy di New York. Non che abbia preferenza per gli Stati Uniti, ma è l'unica nazione estera che ho visitato, per questo sto facendo questi esempi.
Tutto qui. Quando avrò la possibilità di visitare anche altre nazioni estere, farò anche altri esempi.
Il ruolo dell'intelletto, quindi, è quello di guidarvi, di portarvi, di trasportarvi verso lo Spirito. E non è una questiona di comunicazione bensì di comunione.
Poiché la comunicazione è legata al tempo, è limitata. Nella comunione, invece,
si diventa UNO. Il ruolo dell'intelletto è perciò di creare questa connessione di comunione fra la mente e lo Spirito.

"Swami, solo Tu sai spiegare queste cose in questo modo!!".
Nessuno, amici miei, è in grado di spiegare questi concetti sottili in maniera così semplice.
Abbiamo girato così tanti templi, abbiamo fatto così tanti pellegrinaggi, abbiamo visitato così tanti guru solo per poi diventare peggio di prima! Confusione totale, pazzia completa!! Ma qui abbiamo Bhagavan Sri Sathya Sai Baba che ci spiega gli argomenti più complicati nella maniera più semplice, tanto da farceli comprendere. Lo scopo dell'Avatar è infatti rendere semplici le cose difficili, mentre l'attitudine dell'uomo moderno, è rendere complicate le cose semplici.


15 settembre 2002

Durante quella piacevole serata, Swami ha guardato un ragazzo: "Che classe fai?"
"Swami, la terza media".
"Perché non sei andato a casa?" gli ha chiesto Baba.
"Swami? Perché avrei dovuto?"
"Tuo padre ha fatto un incidente: perché non sei andato a casa?"
"Tu non mi hai chiesto di andarci, perciò sono rimasto qui", ha risposto il ragazzo.
Swami ha sorriso: "Grazie alla tua fede, ti posso garantire che non gli è successo niente. E' stato solo un piccolo incidente. Non ti preoccupare. Questo pomeriggio hai ricevuto una telefonata da tua madre che ti diceva di non preoccuparti",
"Si, Swami".
"Lo so, lo so. So bene che cosa tua madre ti ha detto al telefono".
E' stato sorprendente per tutti vedere come Swami sapesse ogni cosa, inclusa la conversazione telefonica. Poi Baba aggiunse:
"Poiché hai così tanta fede, vuoi una catena da Me?"
"Swami...ehmmm..... si, la voglio", ha risposto il ragazzo.
(risate)
"Hey! Chiedila a tua suocera! Te la darà lei. Perché dovrei dartela Io?".
"No, no! Non la voglio dalla suocera o da qualcun altro. Sei Tu che doni le cose. Bhagavan è il donatore. La voglio solo da Te"
"Oh, capisco!" rispose Swami e, roteando la Sua mano, creò una catena d'oro per lui.
Tutti erano estremamente felici.


14 settembre 2002

Bhagavan ci disse: "Non mendicate a nessuno. NON SIATE MENDICANTI. Non
chiedete niente. Le cose verranno a voi da sole. Se il vostro atteggiamento è altruista, se il vostro scopo è altruista e le vostre attività sono cariche d'Amore, avrete tutto senza dover chiedere niente. Bisogna mantenere il rispetto di se stessi; la stima in se stessi è molto importante.
Guardate Me: non ho mai chiesto niente, non ho mai teso la mano per prendere qualcosa, ma le cose vengono a Me. Perché? Sono altruista, sono pieno d'Amore. Se anche voi sarete come Me, vivrete una vita perfetta, in condizioni perfette".

Poi continuò: "Non siate esibizionisti, non correte dietro alla pubblicità, alla fama, alla gloria.
Non elogiate voi stessi".
E fece un esempio: Bhagavan tempo fa andò a Delhi. Una volta arrivato,
all'aeroporto c'era il Presidente indiano ad attenderLo su una lussuosissima automobile. Il Presidente pregò Swami di utilizzare quell'automobile per i Suoi spostamenti. Sapete invece cosa disse Bhagavan?
"Niente da fare! Questa è l'automobile del Governo; quest'auto appartiene al Governo: voi non avete dunque l'autorità di farmela usare. Non ci salirò"
E poi ci raccontò: "Ho invece utilizzato una piccola utilitaria Morris, vecchio modello. Perché?
Perché il rispetto di se stessi è molto più importante di tutte le automobili lussuose".
Questa è una grande lezione per tutti noi.

Rivolgendosi a qualcuno, Bhagavan disse: "C'è un ragazzo seduto sotto la veranda. Lui e suo fratello sono entrambi ingegneri. Si sono stabiliti qui per servire Swami, mentre i loro genitori sono da soli a Bombay. I due genitori, allora, ispirandosi agli insegnamenti di Swami, hanno adottato due orfani".
Questa è la trasformazione che l'Avatar sta attuando in tutto il mondo.
Ha poi chiesto ad un ragazzo: "Che cosa fate per la Festa di Ganesha?"
"Swami - hanno risposto tutti gli studenti - abbiamo organizzato questo, quest'altro e quell'altro..."
"Oh, molto bene" ed ha ascoltato tutti i diversi progetti: dalle elementari, dalle medie, dalle superiori, dall'università....

Poi disse: "Ascoltate ragazzi Miei: la Mia felicità sta nell'azione e non semplicemente nella parola o nell'ascolto. Più importante di ciò che ascoltate, più importante di ciò che dichiarate, è importante ciò che realmente fate. L'azione è più importante del parlare. Ed è quella che a Me piace di più. Mi fate più felice se Mi dite ciò che avete fatto, piuttosto che quello che avreste
intenzione di fare. Fate e solo dopo parlatemene".
Questa è stata la lezione di quel giorno. Non c'è niente di eccezionale nel parlare o pianificare.
Ciò che conta è l'esecuzione, l'azione.

Dovreste aver notato tutti che, il terzo giorno della celebrazione della festa, i ragazzi hanno portato nel tempio tanti idoli di Vinayaka sui carri decorati. In
quell'occasione dissero a Swami:
"Ecco Swami ciò che abbiamo fatto. Abbiamo eseguito questo e quest'altro" e Swami Si dimostrò soddisfatto. Perché Lui è anche il Genitore ideale che si compiace di ciò che fanno i Suoi ragazzi. In quel caso erano arrivati dal collegio portando i vari carri in processione, accompagnandoli con canti, mantra e danze.
Tuttavia Baba, in risposta, diede un altro insegnamento: "Potete fare cose incalcolabili ma, prima o poi, ogni cosa deve arrivare qui. Ogni cosa che fate, qualunque essa sia, un giorno o l'altro deve arrivare qui".

Ed ora vorrei spiegare l'affermazione di Swami. "Tutti i carri (radha) devono arrivare qui", questo è ciò che Swami disse. Questa affermazione contiene un significato spirituale interiore. Che cosa simbolizza il carro? Radha (il carro) è il nome dato al corpo umano. Il significato è che, quindi, un giorno o l'altro tutte le persone devono arrivare a Lui. Tutte le strade portano a Roma, tutti i fiumi s'immergono nell'oceano, tutte le persone arrivano a Lui. Questo è ciò che Swami ci ha voluto dire.

Ogni volta che Swami fa affermazioni del genere, è come se prendessi la scossa elettrica! Che rivelazioni! Grazie al fatto di avere una conoscenza spirituale ed aver letto le scritture, riusciamo a comprendere il vero spirito che si cela dietro le Sue parole.


1 settembre 2002

"Ragazzi, come sono andati gli esami? Avete fatto tutto giusto?".
Un ragazzo delle superiori si alza e dice: "Ho risposto a tutto, Swami!
Sono stato bravo".
"Sei sicuro?"
"Al 100%".
"Non è vero. Non hai risposto a due domande, vero?"
"Si, Swami, è vero".
"Perché non lo dici? Tanto lo so!"
Rivolto a un altro ragazzo: "Come hai fatto l'esame?"
"Molto bene, Swami!"
"Ne sei certo?"
"Al 100%"
"Che voto ti daranno?"
"100, Swami".
"Ma l'esame di scienza di ieri non è però andato tanto bene!"
"Si Swami, in effetti...."
"Lo so, lo so. Nonostante sia qui, vedo dappertutto. Nonostante Mi muova qui, Io parlo con i Miei devoti in tutto il mondo".
Questa è la prova dell'onnipresenza, onnipotenza e onniscienza di Dio.

I ragazzi stavano preparando una recita da mettere in scena alla presenza di Swami, nell'auditorio del collegio. Il giorno prima, Baba mi chiamò e mi disse: "Vai
al collegio ad assistere alle prove", che avrebbero dovuto tenersi alle ore 19,00.
Io ho il... chiamatelo difetto, chiamatela virtù oppure debolezza, se vi pare, di parlare con tutti di Bhagavan, perché voglio morire parlando di Lui. Non ho altro
desiderio che questo. Niente altro.
Quella sera, ero perciò occupato con il gruppo spagnolo e non potei andare ad assistere alle prove delle recita.
Tuttavia, dopo l'incontro, andai lo stesso al collegio, perché Swami il mattino dopo Si sarebbe accertato ed io non volevo affrontare un rischio spirituale! E così arrivai là alle 21,00 con i ragazzi che avevano già concluso le prove non una, ma due volte. Dissio loro: "Ragazzi, rifatelo una terza volta, perché domattina Swami mi chiederà". I ragazzi mi vogliono bene perché sono molto
libero con loro. Ho quindi assistito alle prove ed ho suggerito loro dei cambiamenti.

La mattina dopo Baba chiamò alcuni attori della recita: "E' venuto Anil Kumar ieri sera ad assistere alle prove?"
"Si, Swami è venuto"
"Hey!! E' arrivato alle 21,00 quando avevate già finito di provare due volte. Quell'individuo era occupato con qualche conferenza, da qualche parte. E' sempre il solito!
Vi ha dato dei suggerimenti?".
"Si Swami. Ci ha detto..."
"Come ha potuto dirvi qualcosa? Non è mica un attore! Non ha mai recitato, cosa ne può sapere? E' tutta scena quella che ha fatto, solo perché sapeva che stamattina avrei controllato". (risate)

Poi Baghavan disse: "Hey tu, attore. Vieni qui". Mi girai indietro pensando stesse chiamando qualcun altro. Ed invece ero io: "Hey, tu, grande attore! Avvicinati.
Ti è piaciuta la recita?".
"Moltissimo, Swami"
"Sei andato là alle 19,00, vero?"
"No, Swami. Sono arrivato alle 21,00".
"Lo so, lo so, lo so! Tenetevi pronti perché questa sera verrò al collegio a vedere la recita".

C'è inoltre un altro fatto che voglio conosciate: ad un certo punto, Baba chiamò un ragazzone, alto, forte muscoloso e gli disse: "Tu vai bene per recitare la parte di Ravana! Sei perfetto per il ruolo".
Poi, ad un altro studente: "Tu reciti la parte di Hanuman? Molto bene.
Ma dove hai la coda?" -risate -
Swami iniziò poi ad elencare gli errori fatti la sera prima, durante le prove: "Tu hai dimenticato la tale battuta... Tu invece hai sbagliato durante il canto n. 3. Non hai pronunciato chiaramente le date parole ...".
"Tu che sei stato là, ieri sera - mi disse - hai forse notato tutti questi errori?"
"Swami, siccome so che sei Dio e che sai tutto, non c'è bisogno che sappia tutto anch'io!!".
(scoppio di risate)
Baba sorrise.

"Come sta tua madre", domandò ad uno studente. Poi rivolto ad un altro:
"Come sta Raman?"
"Raman è mio nonno, Swami".
"Si, certo. Come sta?"
"Non sta bene, Swami"
"Lo so, è per questo che te lo sto chiedendo".
Io sottolineai: "Swami? Ti interessi anche dei nonni degli studenti, adesso?".
"E' perché sanno che so tutto che le persone vengono qui. Le persone vengono in questo luogo, perché sanno che Io conosco tutti, i loro padri, i loro nonni, i loro bisnonni... Ecco perché vengono qui".
Questo ci disse Bhagavan.

Baba chiamò poi un giovanotto che si era appena laureato in filosofia per poi continuare gli studi con dei corsi post universitari e gli materializzò della vibhuti.
"Lo sapevi che si è appena laureato in filosofia?", mi domandò.
"No Swami, non lo sapevo".
Ad un altro professore: "Mi hai forse detto che si era appena laureato?"
"No, Swami".
Al ragazzo: "Sai già la votazione?"
"No, Swami"
"Te lo dico Io. Vedrai tu stesso domani: ti classificherai con O"
(N.d.T. Questo non è uno zero, ma una O di oliva)
Credetemi: il mattino dopo sono usciti i risultati ed il ragazzo si è classificato con O.

"Anil Kumar - mi disse - hai notato quei VIP?"
Se avessi detto di averli notati, mi avrebbe chiesto: "Perché guardi sempre tutti? Non sei forse qui per guardare Me?"; se avessi detto di non averli notati, mi avrebbe detto: "Stai dormendo?".
Perciò mi sono salvato dicendo: "Swami, vedo delle persone, ma non so chi siano". (risate)
"Quell'uomo è il Primo Ministro dello Sri Lanka - disse Baba - e molto presto diventerà Presidente". Poi aggiunse: "Tutti i grandi personaggi vogliono essere
qui. Tutti i grandi: capi di Governo, ministri, Presidenti... Vogliono tutti essere qui, ma stanno aspettando il Mio permesso".
"Ma se non lo hai ancora permesso, come mai queste persone sono qui?
Come le hai attirate? Perché le hai attirate?", ho chiesto.
"Questo Corpo è il magnete divino che attrae tutti. Ecco perché ogni persona vuole venire in questo luogo. Tempo fa sono andato a Delhi ospite a casa di un devoto che abitava nella zona delle ambasciate. Sapendo del Mio arrivo, sono arrivati migliaia di devoti, che hanno parcheggiato le loro macchine ovunque. C'erano migliaia di automobili dappertutto! Un giorno ho ricevuto una comunicazione, un appello da tutti gli ambasciatori delle nazioni estere: "Rispettabile Bhagavan.
Ogni giorno alle 9,30, dobbiamo iniziare il nostro lavoro; tuttavia, da quando Lei è arrivato qui, il parcheggio è diventato un grave problema. Non ci è più possibile raggiungere i nostri posti di lavoro. La preghiamo quindi, cortesemente, di spostarSi da un'alta parte".

Per rispondere alla loro preghiera, Mi sono trasferito in un altro luogo chiamato Talak Torah. Ho inoltre visitato anche il Kurukshetra, al nord. Non c'è infatti luogo nel quale non sia mai stato.
Comunque, in quell'area lo spazio è strettissimo. C'erano folla e automobili dappertutto, in uno spazio ristrettissimo".
"Oh, Swami! E come hai fatto?", domandai.
Lo stato nel quale Swami si trovava, si chiama Panjabi ed i suoi abitanti sono famosi per essere grandi e grossi. Le persone di là, sono alte, forti e muscolose.
Possono benissimo sollevare sei persone della mia stazza.
Swami rispose: "Sono arrivati degli omoni che hanno sollevato l'automobile nella quale Mi trovavo, per portarla fuori dalla folla".
La visita di Baba, in quell'occasione è durata 15 giorni.


Concludiamo questa sessione con quest'ultimo fatto.

Swami domandò ad un ragazzo: "Cosa stai studiando?"
"MSc. (dottorato in Scienze), Swami"
"E dopo MSc?".
"Qualunque cosa Tu mi dica di fare, Swami"
"Davvero? Allora fai Mrs (signora)"
"Mrs, Swami? Cos'è?"
"Mrs: prendi moglie!"

Poi disse: "Vedete ragazzi, quando andate ai colloqui di lavoro, dovete farvi furbi. Dovete mettere in pratica la vostra intelligenza. Credete forse che non sappia come si svolgono i colloqui? Lo so.
40 anni fa ho tenuto una lezione ai ragazzi su come affrontare un colloquio di lavoro. Certamente!
E quei ragazzi sono stati selezionati. Posso farlo anche con voi;
sfortunatamente vi manca il buon senso. Non ne avete, mentre la scaltrezza è essenziale".
Sembra che un ragazzo Gli abbia detto: "Swami, durante il colloquio mi hanno fatto delle domande trabocchetto"
"Quali domande?" chiese Swami
"««Ragazzo - mi hanno domandato - quanti gradini hai fatto per salire in questo ufficio? Quanti gradini ha la scala?>>. Swami! Chi va a contare i gradini di una scala?!"
"Ma la risposta è facile! Avresti dovuto dire ««Il numero dei gradini che ho fatto per salire, è lo stesso di quelli che farò per scendere>>".
(risate)

Voi sapete che qui in India ci sono ancora alcuni treni che funzionano a vapore. Certamente sono quasi tutti sostituiti da quelli moderni, ma alcuni funzionano ancora con il vecchio stile. Durante un altro colloquio di lavoro, ad un ragazzo è stata posta la seguente domanda: "Quando il treno sta correndo, in quale direzione va il fumo che esce dalla locomotiva?"
Chi ci fa caso? Swami disse: "Anche questa risposta è facile: quando il treno si muove in avanti, il fumo va indietro, in senso opposto. E' semplicissimo! Vi laureate in medicina, in filosofia, in economia e non sapete questo? Non avete buon senso. Tutto qui".
Così disse Swami.

Un tipo birichino, pose questa domanda: "Ragazzi: c'è un serpente dentro una bottiglietta d'inchiostro dal collo stretto. Come fa ad uscire?".
"Swami, non lo sappiamo".
"Hey! Uscirà nello stesso modo in cui è entrato!! E' così semplice".
(risate)

Molte grazie. Grazie di questa opportunità di essere con voi. Vi auguro una felice festa di Dassara, che avrà inizio domani (9 ottobre 2002 - Ndt).
E' importante rimanere ad ascoltare i sacri mantra recitati dai sacerdoti. Che si capiscano o no, la vibrazione del suono ha comunque il suo effetto su di noi. Quando improvvisamente scoppia un tuono, non trasalite? Allo stesso modo, il suono ha i suoi effetti. La vibrazione purifica l'intera atmosfera, purifica i cuori, santifica la vita umana. E' inoltre una cosa insolita trovare così tanti sacerdoti
riuniti in un solo luogo per recitare i mantra alla presenza divina.
Vi auguro, quindi, una straordinaria, felice, beata festa di Dassara

Om Sai Ram