Il significato di "Mantra"

Tra i molti concetti filosofici e spirituali che dall'India sono pervenuti in occidente, uno dei più famosi e conosciuti è quello di mantra, termine sanscrito con il quale s'intende una parola, un suono o una vibrazione dotata di una particolare forza spirituale, magica o sacrale, la cui mistica risonanza si ritiene abbia un effetto diretto sulla psiche di chi lo recita o lo ascolta e anche sulla materia, favorendo la concentrazione della mente ed aiutando lo sviluppo delle qualità spirituali proprie della forma divina alla quale esso è associato. E' questo il caso, ad esempio, di alcuni grandi mantra dell'induismo come il vaisnava (del culto di Visnu) "Hare Krsna, Hare Rama" e lo saiva (del culto di Siva) "Om Namah Sivaha" oppure dello stesso mantra "Om Sai Rama".

Scopo del mantra, è quello di mantenere ferma la consapevolezza sull'immagine divina prescelta, sviluppando nell'individuo l'insorgere di un processo di devozione e di purificazione interiore e sostenendolo nel corso della sua disciplina spirituale. Il concetto di mantra, nella tradizione induista, è tuttavia molto più esteso. Oltre ai nomi divini, oggetto dell'adorazione del devoto, esso comprende intere strofe dei Veda (che si ritiene siano risuonate direttamente dai cieli alle orecchie degli antichi veggenti) ed anche lunghe serie di monosillabi a carattere rituale, associate con i vari centri sottili dell'uomo e con tutto l'insieme di correlazioni astrologiche, fisiologiche, matematiche e musicali che costituiscono l'universo mitico e simbolico del pensiero indiano.

Tra i mantra, un discorso a parte merita l'Om, considerato come la vera e propria "pietra di volta" dell'intera spiritualità hindu. Come dicono infatti le Upanisad:

"L'essenza dell'uomo è la Parola,
l'essenza della Parola sono i Veda,
l'essenza dei Veda sono i Sama Veda,
l'essenza del Sama Veda è l'Om".

Nell'Om sono contenuti, secondo le Upanisad, tutti i significati spirituali dei singoli mantra, dei quali è radice e seme, essendo una diretta emanazione del suono cosmico primordiale, della parola creatrice che risuona dell'origine nell'intero universo. In questo senso è il pranava, il suono eterno, senza inizio e senza fine, che incessantemente vibra negli atomi e negli elettroni del mondo materiale, del quale costituisce il fondamento vibratorio.

Uno degli aspetti principali di questo mantra, sul quale raramente ci si sofferma, è costituito dalla sua componente acustica che ne rappresenta l'essenza più intima ed è il vero segreto della potenza. Secondo la tradizione vedica, un mantra è efficace solo se intonato nella maniera giusta, perchè la sua forza risiede, prima ancora che nel suo significato verbale o concettuale, proprio nel suono, nella risonanza, nella vibrazione acustica. Ciò risulta particolarmente evidente, ad esempio, nell'intonazione quotidiana dei mantra vedici effettuata dai brahmini di Prasanti Nilayam, al mattino, prima del darsana, quando, tra le pareti del tempio, riecheggiano, "scagliate come dardi luminosi", per usare la terminologia vedica, le magiche sonorità cristalline degli antichi mantra, effetto congiunto di una corretta intonazione e della particolare acustica della sala.

In ogni tradizione religiosa la sacralità del canto è, infatti, direttamente collegata alla sua sonorità, in virtù della quale, nel corso dei secoli, gli stessi edifici religiosi sono stati costruiti e le stesse cerimonie sono state create; il valore rituale del suono, inteso come "ponte sacro", come mezzo di collegamento fra la sfera umana e quella divina, è testimoniato dall'insegnamento spirituale di molte tradizioni, prima fra tutte quella cristiana. Come afferma infatti il prologo di Giovanni:

"In Principio era il Verbo
ed il Verbo era presso Dio
ed il Verbo era Dio."

Mantra significa "formula potente". L'uomo crea gli yantra, il mantra crea l'uomo! Chi crea gli yantra è chiamato scienziato, chi crea i mantra è chiamato santo." (Discorsi, vol 8.)