Ganesa

Il nome significa "Signore di tutti gli esseri". Infatti "Ganah" vuol dire moltitudine e "Isa" vuole dire Signore. E' il figlio primogenito di Siva e di Parvati. E' piccolo, panciuto, pelle dorata, quattro braccia e testa d'elefante provvista di una sola zanna. Spesso è raffigurato seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata. Accanto a Lui c'è un topolino, che è il Suo veicolo.

Secondo la mitologia indiana, Ganesa, ubbidendo alla madre Parvati, che gli aveva raccomandato di non far entrare in casa nessuno in sua assenza, proibì anche al padre l'ingresso. Siva, incollerito, lo decapitò. Poi, per rimediare e consolare la moglie disperata, sostituì la testa del figlio con quella di un elefante che stava passando in quel momento.

La testa d'elefante indica fedeltà, intelligenza e potere discriminante. Il fatto che abbia una zanna sola indica la capacità di superare ogni dualismo. Le grandi orecchie indicano saggezza, capacità di ascolto e di riflessione sulle verità spirituali. Il ventre obeso (Lambodara) e la fame continua denotano la grande capacità di assimilare qualunque esperienza senza scomporsi minimamente. La gamba poggiata a terra e l'altra sollevata rappresentano l'atteggiamento che si deve tenere partecipando alla realtà materiale e spirituale, vivendo nel mondo senza essere del mondo. Il topolino che Gli sta davanti è la mente sottoposta ad un ferreo controllo, che fissa Ganesa e non si accosta al cibo se non ne riceve il permesso. Egli se ne serve come veicolo, indicando in tal modo il potere che l'intelletto e la discriminazione hanno sulla mente. Suoi appellativi sono: Gajanana o Gajavadana (dal volto d'elefante), Gananatha o Ganapati (signore dei Gana o schiere celesti, semidei), Sudhana (beneaugurale), Vighnesvara, Vinayaka o Vighna Vinasaka (Signore che vince ogni ostacolo).

E' una divinità amata ed invocata poichè fa superare ogni ostacolo materiale o spirituale e dona prosperità e fortuna; per questo viene pregato prima di intraprendere qualsiasi attività: un viaggio, un esame, un concorso, un affare, per questo ogni seduta di bhajana inizia con l'invocazione a Ganesa, Signore "del buon inizio" dei canti.